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OBIETTIVO SALVEZZA |
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Nuove intercettazioni con DELLA VALLE (15-05-2006)DIEGO e Andrea Della Valle volevano cambiare il calcio mandando a casa Franco Carraro e Adriano Galliani. Piano fallito e capiscono che per evitare la serie B devono arrendersi al clan Moggi. Il 21 aprile 2005 Andrea apre la trattativa. Innocenzo Mazzini è l'uomo giusto.
Andrea Della Valle: "Sono preoccupato non riesco a capire l'accanimento degli arbitri verso di noi, questi killer così professionali che ti fanno capire tutto..." Mazzini: "Il problema è che quelli che comandano non hanno nessuna simpatia per voi, volete fare la guerra ma non so come la potete fare. Dimmi cosa posso fare io". In una successiva telefonata Mazzini e il dg della Fiorentina, Mencucci, si accordano sulla strategia. Mazzini: "Diego Della Valle viene a Coverciano in una stanzina riservata e gli dice: "Caro Paolo Bergamo guarda che noi forse abbiamo sbagliato però siamo la Fiorentina, siamo i Della Valle, siamo persone perbene, da voi, noi vorremmo essere tutelati". Quando tu hai fatto questo basta e m'avanza, però se non lo fai ti vanno in c.... Io non ho da dirti altro. Caro buco, gli dici al tuo capo, ti telefonerà tizio... " Mencucci: "Siamo disposti a fare un patto d'onore che noi non incideremo per cambiamenti nel mondo del calcio". Per Bologna-Fiorentina viene designato Bertini, la partita finisce 0-0. Mazzini fa una battuta a Mencucci. "Vi cerca l'ufficio indagini....". Poi i viola vengono sconfitti dal Milan e De Santis non aiuta. Moggi: "L'arbitro vi ha fatto un c..., così ma noi abbiamo fatto casino per voi". Della Valle: "Siamo sotto schiaffo, con certa gente più che prenderci un caffè che posso fare?" Moggi: "Prendici un cappuccino, ti devi incazzare, una scrollatina a settimana". Della Valle: "Ma lo facciamo in privato o no?" Moggi: "Sì, ma pensiamo a salvà la Fiorentina". Poi sempre la stessa sera Diego Della Valle chiama Bergamo. Della Valle: "Non l'ho mai chiamata prima, non conoscendola, perché non sapevo neanche che uno potesse alzare il telefono e chiamarla. Più di una volta abbiamo avuto la voglia di capire un po' certe cose ma non l'ho mai fatto solo per quello, altrimenti avrei chiamato anche prima, insomma...". L'iniziativa di Diego Della Valle funziona: la Fiorentina vince a Chievo 1-0. Dondarini annullerà un gol regolare al Chievo al 90'. Mazzini: "Ti lamenti ancora?" Mencucci: "Ho imparato, eccome se ho imparato". Mazzini: "Quando ci si affida a noi... Diglielo ai tuoi amici". Il 14 maggio il grande incontro: pranzo in un ristorante alle porte di Firenze tra Diego Della Valle, Mencucci, Bergamo e Mazzini. Alla fine, dopo i saluti, mano ai cellulari. Mencucci chiama Mazzini: "Alla grande, meglio di così non poteva andare. Lui di fare il paladino dei poveri s'è bello e rotto i c..., te lo dico io". Bergamo chiama la segretaria Maria Grazia Fazi: "Se sono vere il 50% delle cose che mi hanno promesso stiamo a cavallo". Il meccanismo s'inceppa il 22 maggio: la Fiorentina pareggia 1-1 con la Lazio e l'arbitro Rosetti non vede un fallo di mano in area di Zauri. Decisiva l'ultima giornata: il Parma non deve vincere a Lecce. Mazzini e Bergamo mandano l'arbitro più affidabile: De Santis. Mazzini: "Se retrocedono succede un casino..." Della Valle: "Mi raccomando..." Moggi: "Ci pensiamo noi a salvarti, se lottiamo ce la facciamo". Bergamo: "Massimo, (De Santis) è tutto a posto?" De Santis: "Ho parlato con i guardalinee gli ho spiegato un po' velatamente le cose, ci mettiamo in mezzo noi". Bergamo: "L'importante è che tu vinca". La Fiorentina batte il Brescia 3-0 e il Lecce ferma il Parma sul 3-3. Mazzini: "I cavalli boni vengono sempre fori. Le nostre pedine funzionano sempre, l'operazione chirurgica è stata perfetta". Della Valle: "Certi errori non li faremo più". fonte: repubblica.it |
#4
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Adesso che fareste se aveste a disposizione questi infami legati in una stanza tutti insieme? Benzina e fiammiferi?
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#5
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Quote:
speriamo solo che si faccia realmente piazza pulita.. mi auguro l'anno prossimo di tifare milan (in qualunque serie giochi) e poter essere orgoglioso e felice per una vittoria meritata solo sul campo. |
#6
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Certo ragazzi, immagino siamo tutti d'accordo che, in qualsiasi categoria andrà a finire la nostra squadra, noi sempre li!!!
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#7
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da corriere.it
LE INTERCETTAZIONI Così Moggi e il conduttore nascondevano i casi Juve C’era un continuo scambio di richieste e di favori tra Luciano Moggi e Giuseppe Pisanu. Tanto che il direttore generale della Juventus decise di chiedere aiuto proprio all’amico ministro in occasione delle elezioni federali, per favorire Franco Carraro. A lui il titolare del Viminale si rivolse invece per «sostenere nell’impatto con l’opinione pubblica le dichiarazioni da lui rese sul tema della violenza negli stadi». L’accordo preso al telefono era di rivolgersi ad Aldo Biscardi. E Pisanu fu esplicito: «Spronali a fare un po’ di casino». Del resto proprio con Moggi concordò «un giorno di chiusura negli stadi di Livorno e Roma» dopo gli incidenti tra laziali e livornesi. Un lungo capitolo dell’informativa consegnata dai carabinieri del reparto operativo di Roma ai magistrati napoletani delinea il quadro dei contatti e le entrature nei palazzi del potere su cui Luciano Moggi poteva contare. Le coperture «La sequela di conversazioni telefoniche - si legge nel rapporto - dimostra come Moggi si avvalga della personale e datata conoscenza dell’onorevole Pisanu per perseguire finalità assolutamente strumentali al sostentamento del sodalizio criminale dallo stesso capeggiato: in primis l’asservimento indisturbato ed a fini personalistici della componente Digos della Questura di Torino e di analogo comparto di quella di Roma. Inoltre la completa ed immediata risoluzione di ogni questione attinente in generale alla sicurezza della struttura juventina e dei suoi conoscenti; ancora la possibilità di intessere in modo efficace ed ai massimi livelli ogni tipo di rapporto necessario ad agevolare collusioni e connivenze comunque riconducibili al mondo calcistico (si ricorda, ad esempio, l’incontro tra i Franza - legati calcisticamente al Moggi - e il prefetto di Reggio Calabria per la vicenda dei traghetti dello Stretto di Messina; ma non va ignorato l’aiuto richiesto al ministro in occasione delle elezioni federali da parte di Moggi e Carraro nella quale i due citati convengono di consegnare una lista di squadre di serie C affinché venga svolta un’azione incisiva sui rispettivi presidenti per sostenere la rielezione del Carraro alla presidenza della Figc). È indubbio che Moggi risponda con assoluta e pronta disponibilità alla soluzione di problematiche rispetto alle quali può offrire tutta la sua personale capacità operativa e quella della sua organizzazione anche in termini di aiuto mediatico, elettorale, calcistico». Il Viminale È lunedì 11 aprile 2005. Il giorno precedente ci sono stati incidenti tra i tifosi della Lazio e del Livorno. Pisanu chiama Moggi. Così nel brogliaccio è ricostruita la telefonata: «Luciano parla con il ministro Beppe Pisanu, quest’ultimo dice di aver fatto un’intervista dove aveva espresso la propria indignazione per l’aggressione da parte di alcuni tifosi facinorosi nei confronti delle forze di polizia. I due interlocutori parlano della violenza negli stadi, della giustizia sportiva che deve fare la sua parte, e di eventuali partite a porte chiuse... Pisanu racconta l’episodio dei tifosi del Livorno. Luciano dà ragione al ministro e lo invita ad essere duro ed a chiudere gli stadi... Parlano dell’episodio del grande striscione di Roma. I due concordano che debbono dare un giorno di chiusura negli stadi di Livorno e Roma (squadra della Lazio)... Pisanu chiede a Luciano di fare delle dichiarazioni sia sue che di altre personalità del campo calcistico in merito a quello che era stato da lui detto, dandogli ragione. In tal senso Luciano dice che l’avrebbe fatto fare a Biscardi durante il Processo di stasera, poi chiede se avesse voluto ricevere una telefonata da Biscardi, ma il ministro dice che non voleva partecipare a discussioni di alcun genere. Pisanu dice che Biscardi lo aveva già chiamato ma lui aveva declinato l’invito. Luciano dice che ci pensa lui a farli parlare. Pisanu invita Luciano a spronare quelli della trasmissione del Processo a fare «un po’ di casino». Moggi si mette subito in moto. Contatta Aldo Biscardi e poi telefona ai suoi ospiti: Franco Melli e Lamberto Sposini «al quale dice di fare casino, in merito alle dichiarazioni fatte dal ministro e di dargli ragione». Il trucco del Televoto Il rapporto tra Moggi e Biscardi, ma soprattutto il potere di condizionamento che il direttore della Juventus aveva sul Processo , emerge dalle conversazioni intercettate. Ad essere «truccato» non sarebbe stato soltanto il Moviolone, ma anche il Televoto dei telespettatori. «Una discussione tra Baldas e Corti (giornalista della redazione addetto ai sondaggi telefonici) del 13 dicembre 2004 - si legge nell’informativa - fa emergere che i sondaggi telefonici sono manipolati secondo delle esigenze e non secondo l’effettivo parere espresso dal pubblico attraverso le telefonate. Infatti i due commentano l’assoluzione dell’arbitro Pieri (dopo la partita Bologna-Juve, ndr) e Moggi nel commentare il risultato di pareggio raggiunto dal televoto con una breve ma eloquente frase pone l’accento sulla circostanza che lo stesso viene manipolato " ma che 47 a 47 " , e nonostante Baldas gli dica che il voto era regolare, Moggi per ben due volte quasi lo deride, sconfessandolo "ma vattene!! ma vattene!!... ma non dir cazzate!..." ». Quel giorno «l’opera di Moggi per garantire l’impunità dell’arbitro Pieri non si limita solo alle disposizioni impartite prima dell’inizio della trasmissione per organizzare il palinsesto, ma anche ad interventi con lo staff redazionale nel corso della stessa quando ritiene che lo svilupparsi del dibattito intorno agli argomenti stia prendendo una piega poco piacevole». Tanto che Piero Franza, il patron del Messina, lo chiama poi per congratularsi. «...Se ti assume Berlu... ***** hai fatto assolvere Pieri (ride)... se ti assume Berlusconi per i suoi processi pure Previti, ***** li fai passare tutti!" ». Assolti alla moviola Il verdetto di assoluzione per gli arbitri giudicati al Processo di Biscardi, appare per Moggi una vera e propria ossessione. E così il 24 gennaio discute con Baldas che cosa mandare in onda. «Baldas illustra al suo interlocutore che farà vedere Lazio-Sampdoria, ma su tale incontro Moggi risponde tassativamente "no quella no perché i due rigori c’erano tutti e due, Cruciani è il miglior arbitro di quelli nuovi" e Baldas accetta immediatamente di buon grado quanto appena impostogli accompagnando il tutto con una risatina di soddisfazione, tanto che Moggi gli suggerisce anche come fare a non far vedere gli episodi: "quello allora diciamo non c’è tempo" ». Poi passano ad un altra partita . Baldas: «Ok!..va bene!..senti eh... niente altro... eh niente poi ieri sera... se riusciamo a far vedere Roma-Fiorentina ma insomma sarà tardi per cui... c’è solo i due gol annullati uno per parte mah... ma si erano buoni... cioè... i guardalinee». Moggi: «Gli assistenti ne combinano...» Baldas: «E uno c’era... c’era Copelli e Strocchia...» Moggi: «Copelli ne fa di tutti i colori, oh! E l’hanno preso pure per i campionati del mondo. Ma mò lo faccio cancella io!» Il giudice e la Lazio Anche il presidente della Lazio Claudio Lotito mostra di avere buoni contati istituzionali. Ma nel rapporto dei carabinieri si sottolinea anche la sua «posizione di subordinazione al gruppo moggiano». In particolare «il presidente Lotito è risultato essere uno dei maggiori artefici attraverso cui la compagine associativa, retta da Luciano Moggi, è riuscita ad incidere sul regolare e democratico processo elettivo delle massime cariche istituzionali con le riconferme di Franco Carraro quale presidente federale e Adriano Galliani quale presidente della Lega nazionale professionisti». In cambio «la Lazio, trovatasi quasi al termine del campionato nei bassifondi della classifica in una posizione alquanto critica, grazie alle posizioni assunte dal proprio presidente nelle tornate elettorali, ha potuto godere della sua appartenenza al sistema dominante, contrariamente alla Fiorentina - risultata in antitesi con il gruppo moggiano - che si è trovata a pagare il prezzo del suo comportamento». Tra le persone «molto vicine a Lotito», viene indicato Cosimo Maria Ferri, giudice del tribunale di Massa Carrara, componente della commissione vertenze economiche della Figc. Il 15 febbraio 2005 chiama il vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini e gli chiede «notizie sullo svolgimento delle elezioni federali tenutesi il giorno precedente». Ferri: «Lotito ti ha votato?» Mazzini: «Sì, sì ma Lotito è un amico vero, eh!... io gli voglio bene e tu lo sai farò di tutto per salvarlo» Ferri: «Eh...» Mazzini: «L’unica cosa Cosimo, digli che lui alla... alla televisione, ai giornali, insomma un po’ a tutti, con lui e il suo allenatore non devono mai parlare male degli arbitri se no siamo rovinati». Ferri: «Glielo dico io». Secondo le indagini «la posizione assunta da Lotito a favore del sistema dominante si traduce negli aiuti di cui la Lazio può godere in termini arbitrali così come emerge nella conversazione intercettata il 18 febbraio 2005 tra Mazzini e Lotito che lo rassicura sul sorteggio in vista della partita con il Chievo. Lotito: «Io mi comporto bene, lo sai e anzi oggi ho visto, mi ha chiamato Cosimo (Ferri, ndr ) e mi ha messo in allarme su alcune cose». Mazzini: « Digli a quel cretino di allenatore che smetta di parlare di arbitri». Lotito: «Ho già provveduto!». |
#8
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Ragazzi penso che per quanta merda stiano tirando fuori, non verrà mai tutta a galla, e neanche nella sua versione reale. E' un mondo cosi marcio che la metà bastava. Che figura di merda che faremo ai mondiali!!!
Tutti in galera!!! A proposito, Biscardi diceva di essere pulito, il processo sano ecc.... secondo voi perche ha lasciato la7?? |
#9
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Quote:
secondo te ha lasciato spontaneamente?? io nn credo! piuttosto l'hanno cacciato e convinto a dimettersi.....cosi era piu elegante! |
#10
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ROMA - L'elezione della Lega professionisti nell'informativa dei carabinieri del nucleo operativo che hanno aperto la maxi-inchiesta sulla cupola nel calcio. Ecco cosa accadeva. Luciano Moggi riceve una telefonata dal vicepresidente federale Innocenzo Mazzini: "Comunque m'ha detto Lotito che tu avevi ragione, bisognava votare ieri", aggiungendo poco dopo "... E poi la Lega nazionale dilettanti è a posto noi, loro insomma son già schierati, cominciano a fare l'assemblee tutti, in tutta Italia, in attesa di notizie...".
Il loro gruppo è al lavoro. Per raggiungere il risultato finale della riconferma di Galliani l'organizzazione moggiana utilizza ogni strumento di pressione inglobando anche i risultati raggiunti da quella esercitata dallo stesso Galliani l'appoggio - sostiene Moggi - del premier Silvio Berlusconi. "Oggi ho parlato con Giampaolo Pozzo, mi sembra di essere a buon punto, mi sembra! Non... Non ho ancora la certezza, comunque con Cellino mi dice Galliani non ci son problemi perché lo fa votare Berlusconi". Mazzini chiama Luciano Moggi e dice: Mazzini: "Ho sentito Galliani, voleva sapè della Ternana, la Ternana da oggi è della moglie di Longarini". Moggi: "Ma quello era già... Non ... Non da oggi! Quello era già da diverso tempo". Mazzini: "C'è stato ieri il passaggio delle quote dal Notaio. E... E... Fioretti resta ed ora prendono un direttore sportivo. Sono orientati a votare Galliani". Moggi: "È già una cosa importante, questa, eh? Ad Adriano glielo hai detto?". Mazzini: "E gli ho detto che gli creeremo un contatto in modo che possa parlare definitivamente con questi qui, che sono orientati a votare loro nonostante che Longarini sia di Ancona ma ha sui ******** Della Valle". Moggi: "Invece io ti volevo dire, adesso, parliamo di un'altra cosa importante. Dunque, quando io vado a Roma. Adesso voglio smettere con Carraro di cose che, in pratica, poi vanno a finire immediatamente al Coni. Perché ieri, non so se te l'ho detto, mi prende Petrucci e mi fa: dice, ma mi ha detto Franco che ti ha mandato a fanculo. Ma è proprio un ragazzetto Franco? E' vero! Io mandai a fanculo Nizzola! Non c'è niente di strano! Però queste cose da dì, se le diciamo, no, mettiamo in allarme gli avversari!". Mazzini: "Certamente!". Moggi: "Adesso, quello che bisogna fare è andare appresso a queste cose. Io oggi ho parlato con Giampaolo Pozzo, mi sembra di essere a buon punto. Con Cellino mi dice Galliani non ci son problemi perché lo fa votare Berlusconi". Mazzini: "Infatti. "Infatti io mi meravigliavo che non fosse successo questo!". Moggi: "Il Pescara, Paterna, lo convinco io, quindi non penso ci siano grossi problemi, le uniche società che non si possono convincere, probabilmente, sono l'Ascoli e il Piacenza. Soprattutto quel cretino di Benigni che in pratica non appoggia...". Mazzini: "Ma nella B è stato fatto un lavoro capillare?". Moggi: "È in corso! E' in corso il lavoro capillare e lì penso che qualche risultato lo porto, però ho i miei dubbi che si arrivi il 29 a far qualcosa! Io c'ho i miei dubbi, eh? .... Omissis... (Moggi parla al telefono con altra persona)... Ho i miei dubbi che però sciolgo la prossima settimana!". Dopo Roma-Juventus (1-2), durissimo litigio e scambio di accuse tra il presidente federale Carraro e il designatore Bergamo. Carraro: "Le dico mi raccomando... Se c'è un dubbio, per carità, che, che, che, che il dubbio non sia a favore della Juventus dopo di che succede... Gli dà quel rigore lì!?". Bergamo: "No, no, ma non è il rigore, purtroppo ha sbagliato l'assistente". Carraro: "Mo la cosa grave è il rigore? Guardi là... Il sintomo... Il sintomo... Che, che, che io evidentemente sono una persona che non conta un c... Che non conta un c...". Bergamo: "Nooo". Carraro: "Però, però, stia attento Bergamo. Stiate attenti perché io sono stufo, sono molto stufo! Il sintomo che non conto un ***** è che si dà un rigore che comunque è al limite dell'area! Allora quando un arbitro dà un rigore al limite dell'area, vuol dire che gli scappa che la Juventus voglia... Debba vincere la partita!". Bergamo: "Ehh, questo uhhehh Racalbuto era preparato a non... A fare il contrario sul campo". Carraro: "E beh, è evidente allora... Allora guardi". Bergamo: "Sul campo". Carraro: "O lei mi dice le bugie a me! opp... No guardi... Guardi Bergamo... o lei non conta un c... Carraro: "Comunque io, eh, guardi, Bergamo io... Io... Sono una persona ehhe che, ehh, detesta essere presa in giro! Proprio detesta essere presa in giro. Io mi vergogno di essere presidente della Federcalcio! Però non intendo stare a guardare lì come un cretino! Io mi vendico! E' chiaro?". Bergamo: "Sì sì, lei può fare tutto quello che vuole! Io so...". Carraro: "Ma no". Bergamo: "Io so quello che faccio e so quello che dico e non è assolutamente quello che dice lei! E può dire quello che vuole, ha capito? Non è assolutamente quello che dice lei". Carraro: "Ma guardi". Bergamo: "E non creda di intimidirmi in nessuna maniera. Quello che dice lei non è vero assolutamente! Ha capito!?" Bergamo: "Non è un problema, ma quello che dice lei sono delle gran stronzate, ha capito?". Carraro: "In questo momento mi vergogno di essere il presidente della Federcalcio perciò la responsabilità è mia! Che ho scelto lei e che ho scelto Pairetto!". Bergamo: "Io me ne vado a testa alta". Carraro: "Lei se ne andrà a testa alta? Lei se ne andrà". Bergamo: "Sissignore". Carraro: "Sì, certo, ma sa nella vita... Nella vita...". Bergamo: "Tutto l'ambiente sa che ha contattato Collina per prenderlo... Non ha fatto un figurone, mi creda". Carraro: "Lei è una persona maleducata perché dice le parolacce mentre io non le dico... E se non è in condizione di andare avanti si dimetta oggi". Bergamo: "Nemmeno per idea! Io so di fare il mio dovere e lo faccio fino in fondo". Moggi parla dell'episodio di Reggina-Juventus, l'arbitro Paparesta chiuso a chiave nello spogliatoio, con il moviolista della Domenica Sportiva Carlo Longhi. Moggi: "Guarda quello che hanno fatto... Quante gliene ho dette guarda. Mi dovrebbero squalificà a vita, mo' voglio vedè quello che scrivono!". Longhi: ride Moggi: "So andato nello spogliatoio. Dice: perché? Che ho fatto? Di tutto!". Longhi: "Hai fatto bene, guarda". Moggi: "Di tutto hai fatto! Di più non potevi fa. Non capita mica sempre Paparesta. Perché ora Paparesta se non lo tengono fermo tre o quattro settimane mi in***** poi, eh!". Longhi: "Na vergogna, guarda, na vergogna". fonte: repubblica.it |
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