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  #171  
Old 03-15-2010, 12:29 PM
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Al posto del Pater Noster


Recitarlo ogni mattina,meglio se imparato a memoria.

LA REGOLA
E’ LIBERTA’
ANCHE SE
NON PIACE

Una mia parente, da
bambina, aveva
appiccicato sulla porta
della sua stanza un
foglio di carta con la
scritta: «Rispettare le
regole». Era una
bambina tutt’altro che
docile e riguardosa,
bensì avventurosa e
vivace. Forse proprio
per questo aveva
istintivamente capito,
senza aver letto alcun
libro di diritto, che
delle regole non si può
fare a meno, se si vuole
star bene insieme.
La regola non ha mai
goduto di buona stampa.
È una delle prime vittime della retorica
sentimentale che falsifica il profondo
sentimento della vita e delle sue contraddizioni.
Non c’è poetastro che non vanti la propria
sofferta e appassionata fantasia insofferente di
norme stilistiche, anche se il suo collega Dante
Alighieri ha dimostrato che rispettare la
metrica, l’ordine della terzina e della rima e il
numero di sillabe del verso può essere efficace
per rappresentare il caos delle passioni, il
mistero del mondo e di ciò che sta oltre.
La vita è un continuo confronto con la regola,
che essa si dà per non dissolversi
nell’indistinto e che essa creativamente muta,
per renderla più adeguata ad affrontare la
realtà sempre nuova, costruendo
incessantemente nuove regole. Le creative
rivoluzioni artistiche infrangono alcune leggi
dei loro linguaggi, scoprendo così nuove forme
del mondo e della sua rappresentazione, che a
loro volta obbediscono a criteri rigorosi.
Faulkner o Kafka, che sconvolgono l’ordine
tradizionale del romanzo, ne creano un altro,
non meno inesorabilmente cogente e proprio
perciò creativo.
Nessuna regola è un idolo, nemmeno la regola
per eccellenza, la legge. Le leggi possono e
talora devono cambiare, come avviene. Ma il
cambiamento, anche sostanziale e radicale,
deve avvenire secondo modalità e regole
precise. Ciò che oggi è impressionante nel
nostro Paese e contribuisce a degradare Stato e
società ad accozzaglia confusa, non è la
violazione delle leggi, che è sempre esistita,
bensì la crescente indifferenza nei loro
confronti. Più che barare al gioco— il che
presuppone comunque tener conto, sia pure
con intenti truffaldini, delle regole— si
mescolano le carte da poker con quelle dello
scopone, se un avversario tira già una scala
reale si risponde facendo briscola.
Nella vicenda delle liste presentate dal Pdl in
vista delle prossime elezioni nessuno ha
barato, perché non si bara con l’intenzione di
perdere. Si è trattato di una goffaggine, poco
importa se dovuta a risse interne o a
inettitudine, fondata sulla consapevole o
inconsapevole convinzione che regole e leggi
possano venire tranquillamente disattese.
Questa disinvoltura alla fine autolesionista è
offensiva in primo luogo nei confronti dei
potenziali elettori del Pdl (e sono molti) che
rischiano di perdere, per colpa del Pdl, il loro
diritto di votare per esso.
L’indecoroso ruzzolone ha creato, come è noto,
un problema: la necessità di conciliare il
rispetto della legge con la possibilità di molti
cittadini di votare, come è loro diritto, per il
Pdl, partito maggioritario che
masochisticamente si toglie di mezzo. Per i
maldestri autori dell’autogol,
comprensibilmente desiderosi di porvi
rimedio, sembra che quella violazione delle
regole non conti nulla. Si sente gridare al
cavillo, al giochetto; si accusa di arido e
astratto formalismo chi cerca di risolvere il
dilemma senza violare la legge. Sembra non ci
si renda conto che ogni violazione ne tira
dietro un’altra e che considerare uno sfizio
l’esigenza di rispettare la legge significa minare
alla radice i fondamenti della vita civile. Una
società che si abitua a disattendere le norme
non è più una società; non è nemmeno il
branco di lupi di Kipling, che si fonda su una
legge.
L’unica via era e rimane, come ha detto fra gli
altri il Presidente emerito Scalfaro, il rinvio
delle elezioni, sola soluzione atta a consentire
il voto di tutti i cittadini a tutte le liste senza
calpestare il diritto. Ma l’insensibilità
all’osservanza delle leggi sembra diffondersi
come un liquame gelatinoso; la sua sorgente è
la classe politica, ma non so se a quest’ultima
si contrapponga un Paese reale più sano e
meno inquinato. In questo caos è sempre più
difficile distinguere guardie, ladri e derubati.
Certo, siamo tutti insofferenti di leggi e di
regole, sempre impari, nella loro inevitabile
convenzione, al fluire della vita. La maturità di
un individuo e di una società consiste
nell’armonia con cui si sanno conciliare
giustizia ed equità, rispetto delle leggi e
capacità di risolvere umanamente i conflitti
che in certi casi la loro rigidezza può
provocare, senza passare disinvoltamente al di
sopra di esse, ma trovando una modalità anche
formale di risolvere quel conflitto. Talvolta il
summum ius può diventare summa iniuria,
massima ingiustizia, e allora si pone un
conflitto che va risolto. Ma se non c’è nessun
ius, c’è sempre e soltanto la massima iniuria, il
trionfo dell’ingiustizia ovvero dei più forti privi
di freni nella loro oppressione dei deboli.
Nessuno può amare la legge, perché essa esiste
in quanto esistono i conflitti e ognuno di noi
vorrebbe vivere in un mondo in cui non ci
fossero conflitti né contraddizioni, in una
beata innocente età dell’oro in cui ogni
pulsione e desiderio potessero essere appagati
senza ledere nessuno. L’amicizia, l’amore, la
contemplazione del cielo stellato non
richiedono codici, giudici, avvocati o prigioni e
nemmeno regole precise come quelle del golf
o del calcio. Ma codici, giudici, avvocati e
prigioni diventano necessari quando qualcuno
impedisce con la forza a un altro di amare o di
contemplare il cielo stellato. «Il dominio del
diritto—scriveva il grande poeta romantico
tedesco Novalis— cesserà insieme con la
barbarie». I meandri della legge possono
incutere angoscia e paura, come testimonia
tanta letteratura. Ma la barbarie non cessa e c’è
bisogno di diritto.
E anche di regole nei rapporti umani; regole, in
questo caso, non certo
codificate o imposte né rigide,
ma tacitamente presenti nel
tono, nella modalità, nella
musica ossia nella sostanza
umana di ogni relazione, anche
di amicizia e di amore. Pure il
quotidiano vivere civile ha
bisogno di regole non scritte,
ma fondanti, che esprimano il
rispetto dell’altro; un senso
immediato e spontaneo che
nasce dall’osservanza di regole
intimamente accettate e
divenute naturale modo di
essere. Non è questo lo stile di
chi oggi ci governa.
Mi auguro che chi lo desidera possa votare per
il partito che ha rischiato di impedirglielo con
quell’improvvida sciatteria, purché ciò avvenga
senza violare le leggi. Quel partito usurpa il
nome di liberale; sarebbe paradossalmente più
coerente se usurpasse il nome di democratico,
perché ha assai poco di quell’illuminato
sistema di leggi, pesi e contrappesi, poteri e
contropoteri che il liberalismo ha elaborato per
tutelare umanamente le libertà. Il Pdl appare
piuttosto talvolta una versione scivolosa della
democrazia: l’appello al Popolo, l’investitura
plenaria, la concezione della politica quale
rapporto privilegiato, unico e permanente del
leader con una specie di assemblea generale
degli italiani ricordano— in forme abnormi —
piuttosto Rousseau che Stuart Mill; si
richiamano al mareggiare della folla in piazza
più che alla divisione dei poteri. Anche quello
che è avvenuto con le liste elettorali sembra
fatto più in nome del «Popolo»
(disinvoltamente identificato col proprio
partito o con la propria fazione) che in nome
delle garanzie, delle distinzioni e della legalità
liberale. Che i due maggiori partiti italiani,
reciprocamente avversi, debbano scambiarsi il
nome?

(Claudio Magris-Corriere della Sera)
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  #172  
Old 04-16-2010, 01:03 PM
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Adesso il Berlusca s'è fatto anche Fini!E' così sempre più solo a comandare,come si conviene ad un capitano d'azienda...

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  #173  
Old 04-17-2010, 11:44 AM
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Berlusconi contro Gomorra e la Piovra
"La mafia è più famosa che potente"
...

...Gramellini su "La Stampa":
"Sono d’accordo con l’Amato Premier. La mafia italiana
è appena la sesta nel mondo (il prossimo anno non parteciperà
neanche alla Champions), la sua fama è tutta colpa di
«Gomorra». Che in realtà parla di camorra ed è pubblicato
dalla casa editrice dell’Amato. Ma sono quisquilie. Piuttosto:
perché fermarsi a Saviano, dico io. Si chiami il ministro
fuochista Calderoli e gli si commissioni un bel falò per
buttarci dentro altri libri disfattisti. Comincerei dai «Promessi
sposi»: tutti quei bravacci e signorotti arroganti,
che agli stranieri suggeriscono l’immagine fasulla di un
Paese senza regole, dove la prepotenza e la furbizia prevalgono
sul diritto. E «Il fu Mattia Pascal»? Vogliamo continuare
a diffondere la favola negativa dell’uomo che cerca
un legittimo impedimento per potersi fare i fatti suoi?
Nel fuoco, insieme con «La coscienza di Zeno», un inetto
che non riesce nemmeno a liberarsi del vizio del fumo,
quanto di più diseducativo per una gioventù che ha bisogno
di modelli positivi come il vincitore di «Amici».
Porrei quindi rimedio alla leggerezza sconsiderata del
«Gattopardo». «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna
che tutto cambi». Hai trovato la formula segreta del
potere e la spiattelli in giro così? In America nessun romanzo
ha mai raccontato la ricetta della Coca-Cola. Nel
fuoco anche Tomasi di Lampedusa: con quel cognome da
nobile sarà di sicuro comunista. E poi «Il nome della rosa
». Morti e sesso torbido in un monastero. Di questi tempi!
Il nome della Rosa è Pantera. Il resto al rogo. Su con
quelle fiamme e linea alla pubblicità."

Non che personalmente avessi dubbi sulla spudoratezza di Berlusconi,per la quale è certamente Premier,ma a 'sto punto diventa quasi patetico!
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  #174  
Old 04-22-2010, 07:14 PM
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Alta Politica al servizio del Paese!!!


"Nisba diné!"



E Fini è solo e squattrinato!
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  #175  
Old 04-24-2010, 08:10 AM
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Come da titolo del thread....!
...e all'estero le quotazioni italiane salgono...
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  #176  
Old 04-26-2010, 08:45 PM
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Bacio le mani 'vossia


Profuman di petrolio...

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  #177  
Old 09-02-2010, 12:21 PM
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Leggetevi questo articolo dal Corriere della Sera sulle vicende di quel ladro di libertà,impunito ed irresponsabile,che ci ritroviamo quale Capo del Governo.
Un altro vestitino su misura!
Il processo lungo di Giovanni Bianconi.
E quest'altro sulla sua serietà nell'Ars Politica intesa quale Amministrazione del Bene Comune!
La road map di B********i ( ) da Repubblica.it

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  #178  
Old 09-15-2010, 04:40 PM
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Dopo la sconfitta patita dai rossoneri a Cesena:'Perdiamo perché incontriamo arbitri di sinistra"
Se chi dice questo è un Presidente del Consiglio è meglio se ce ne sbarazziamo.
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  #179  
Old 09-15-2010, 07:38 PM
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Originally Posted by alma
Dopo la sconfitta patita dai rossoneri a Cesena:'Perdiamo perché incontriamo arbitri di sinistra"
Se chi dice questo è un Presidente del Consiglio è meglio se ce ne sbarazziamo.




.......si ma non hai capito perchè gli arbitri sono di sinistra.....
spesso tirano fuori il cartellino "rosso"...


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  #180  
Old 10-04-2010, 12:30 PM
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Il bandendo,cosi' da farlo divenir bandito!Non ditemi che lo e' gia'....
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