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Iptv secondo NagravisionIn un workshop organizzato da Nagravision sono stati sviscerati gli aspetti tecnici e legal della Internet Protocol Television. Ad introdurre l'argomento Ivan Verbesselt, esperto delle problematiche tecniche che ruotano attorno a questo mondo, con un intervento diretto a dimostrare come l'IPTV da "cenerentola" delle telecomunicazioni si trovi ora tra i protagonisti.
L'evoluzione passa attraverso fasi diverse e per spiegarla Verbesselt introduce la metafora delle stagioni legate ai cicli agricoli. Secondo Verbesselt possiamo individuare un inverno, che corrisponde circa a 5 anni fa, quando l'idea di IPTV, che pur era conosciuta ed apprezzata, non funzionava. Le ragioni di questo inverno vanno ricercate nell' "overdose" di tecnologia e nella complessità della stessa riversate in un mercato ancora impreparato, immaturo. A questo va aggiunto che nel 2000 non erano affinate le capacità di presentare un prodotto "ben confezionato" e sicuro sia per il fruitore che per il produttore. Quindi, senza un contenuto di valore non è stato riscosso quel successo auspicato e potenziale. Successo che si comincia a respirare oggi, momento che Verbesselt definisce la "primavera" dell'IPTV. Ora infatti ci sono sia i modelli di business che gli utili per poter sperare non solo di arrivare all'"estate" ma di mietere anche frutti prelibati. Primo tra tutti gli ingranaggi che hanno contribuito ai risultati odierni è lo sviluppo tecnologico (basti pensare alla penetrazione della xDSL, la media Europea è del 20%), il secondo elemento è l'accessibilità alla tecnologia (un box interattivo costava nel 2000 ben 1.500,00¤, oggi costa in media 200,00¤), il terzo riguarda la concorrenza. Infatti, come in tutti i tipi di mercato quando l'obiettivo di più aziende diviene comune, si apportano migliorie e qualità. Dunque, secondo l'analisi di Verbesselt, nel 2005 la tecnologia funziona ed il mercato è maturo; dalla fase pioneristico-esplorativa si è arrivati all'industrializzazione e all'interesse verso IPTV. Dalla condivisione di informazioni tra IP puro (banda larga) e DTT nasce una combinazione in grado di offrire un mix che genera aspetti che il relatore divide in "non sconvolgenti" e "sconvolgenti". Tra i primi la protezione del contenuto, tra i secondi l'aumento di attori nella catena del valore (le aziende telefoniche ad esempio), e l'avvento del Triple play (voce, video, dati). A conferma del quadro offerto da Verbesselt l'intervento di Ian Walker, direttore per i nuovi sviluppi di business di ADB, che sottolinea la necessità di una convergenza tra Broadband, IPTV, VOD e Broadcast, DVB, per una complessiva miglioria dei servizi offerti all'utente finale. Qui si inserisce l'intervento di Davide Rossi, dirigente AEPOC che sottolinea come interesse comune sia la sicurezza. L'AEPOC, al fine di consentire uno sviluppo legale delle applicazioni tecnologiche, lavora per far adottare un codice di condotta condiviso e per trovare soluzioni positive al fenomeno della diffusione abusiva di contenuti digitali attraverso le reti telematiche, oltre che per consentire e promuovere lo sviluppo virtuoso del mercato. Lo scopo è creare un ambiente digitale "sicuro" che incoraggi i titolari dei contenuti a mettere a disposizione sulle reti telematiche il maggior numero possibile di opere. Aggiunge Rossi che è da evitare ciò che successe in Italia solo pochi anni fa; si sono arrivate a contare oltre 2 milioni e mezzo di tessere pirata, fenomeno che hanno generato una battuta d'arresto in tutta la filiera, facendo supporre agli investitori che la nazione non fosse un buon mercato. Oggi, dopo aver in parte regolato il fenomeno, si ha la dimostrazione che quelle conclusioni erano errate. I dati di vendita dei pacchetti Mediaset o La7 ne sono un chiaro segnale. Quindi, dato che la "pirateria" non può essere l'incipit di un successo, è importante intervenire da subito anche nell'area dell'IPTV "pulendo" il campo da tutte quelle forme che rallentano l'innovazione. Conclude Rossi che questo obiettivo può essere perseguito con una seria e determinata collaborazione tra quanti sono impegnati nella diffusione di contenuti sulle reti telematiche: governi, fornitori di connettività, titolari dei diritti, case di produzione (musicale, cinematografica, televisiva, editoria, intrattenimento, etc.) e gestori di infrastrutture. Marc Uldry, responsabile di Nagravision per IPTV, conclude illustrando lo stato dell'arte in tema di sicurezza implementato da Nagravision. La sicurezza è infatti il core business di Nagravision e si esprime attraverso la tecnologia CA che deve essere in grado di gestire tutte le esigenze dell'utente finale, rendendo così il meno vulnerabile possibile l'IPTV. Non solo i software hanno bisogno di sicurezza ma quello che ci si dovrebbe chiedere, spiega Uldry, è se il nostro l'hardware è sicuro o no. Tra i sistemi utilizzati, la smart card è il più sicuro, anche se in potenza non alieno da possibili atti di pirateria; attraverso il sistema CA (di controllo degli accessi) nelle reti IP si può decidere di attivare o disattivare servizi ad un utente finale. Il controllo degli accessi è uno strumento per il momento sufficiente; non è infatti garantita la gestione dei contenuti e dei diritti. 1 ottobre 2005 ore 16:11 fonte : http://www.satexpo.it/it/news/fiera.php?c=56409 |
#2
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awesomeA conferma del quadro offerto da Verbesselt l'intervento di Ian Walker, direttore per i nuovi sviluppi di business di ADB,,,,,,,,,,!!!!!!!!!!!!
kaleem |
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