Posti nei Cda pubblici per 46 non rieletti nell'ultima legislatura
Poltrona che va, poltrona che viene. Almeno per i politici. Divenute inaccessibili le **** di Montecitorio o di Palazzo Madama, alcuni deputati e senatori che non si sono candidati o che sono usciti sconfitti alle ultime elezioni hanno trovato un buon ripiego: quello dei consigli di amministrazione di enti e consorzi del tutto o in prevalenza pubblici.
È stato così che, dei 450 parlamentari non rieletti nell’attuale legislatura, 46 non sono rimasti con le mani in mano e hanno saputo ritagliarsi una posizione di tutto rispetto in enti pubblici, dalle società di riscossione ai consorzi di gestione degli acquedotti, passando per le agenzie di sviluppo. Ma non basta. Chi ha voluto giocare un ruolo ancora rilevante a livello nazionale ha preferito Cinecittà holding, Istituto Luce ed Enav. Non puntate il dito contro politici di destra o di sinistra: la ripartizione delle poltrone è del tutto bipartisan.
Se nei Cda del cinema italiano prevalgono gli uomini di centro-sinistra (soprattutto dalle file dei Ds e della Margherita), a livello locale la situazione è ben diversa. Basta recarsi a Milano per notare che le municipalizzate (dall’Atm a Metropolitana spa) più che rosse sono “azzurre”, grazie alla prevalenza di ex parlamentari di Forza Italia.
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Chiedere o aspettarsi che la politica cambi qualcosa, sarebbe come chiederne il suicidio. BA..STA!!!!
