Con un lancio in prima pagina, e un'articolo nelle pagine interne, che recita "
Una lezione ai giganti delle telecomunicazioni da un pioniere italiano", il Wall Street Journal introduce un'analisi sull'andamento di
Fastweb, azienda citata come esempio da seguire nello scenario della TV via Internet. L'articolo intitolato "
Fioriscono le aziende che offrono la TV via Internet" parte dall'osservazione dell'atteso profitto dell'azienda italiana nel 2007 dopo 7 anni sul mercato.
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I giganti americani delle telecomunicazione che spendono miliardi di dollari per sistemi volti a integrare Internet e TV, potrebbero imparare qulacosa da una start-up italiana che è stata una pioniera di questa tecnologia cinque anni fa" è la lusinghiera apertura dell'articolo, che continua presentando la società, "
Fastweb SpA è stata una delle prime aziende al mondo a inviare un segnale televisivo attraverso connessioni Internet a banda larga con una tecnologia conosciuta come Internet Protocol Television, IPTV. Con 170.000 abbonati, ora è il quinto provider IPTV al mondo e ha il maggior fatturato per abbonato, secondo gli analisti e l'azienda. Entrata in Borsa a Milano nel 2000, Fastweb ha in piano di raggiungere il profitto nel prossimo esercizio finanziario".
L'interesse per l'evoluzione di Fastweb, nasce dalla centralità dell'IPTV nelle strategie di tutti gli attori del mercato delle telecomunicazioni che vedono questa tecnologia come lo spazio per una crescita futura di fronte all'erosione dei ricavi generati dal traffico telefonico tradizionale. Gli studi di settore mostrano come "
5.9 milioni di case avranno IPTV entro la fine del 2006 con un crescita stimata a 31.7 miliono entro il 2011. Alla fine di quest'anno i mercati più grandi saranno la Francia con 2 milioni di abitazioni, Hong Kong con 720.000 e l'Italia con 360.000" ma evidenziano anche i rischi di questa strategia dai "
costi altissimi per le infrastrutture e dalle difficili negoziazioni con le catene televisive per i diritti di avvenimenti sportivi e film".
Difficoltà già sperimentate e superate da Fastweb, la cui case history è presentata dal Wall Street Journal, che ricorda gli ingenti investimenti per costruire la rete in fibra ottica nelle maggiori città italiane (3.8 miliardi di dollari) che tuttavia copre solo il 30% dei clienti Fastweb, un servizio al cliente per l'installazione (esempio non seguito dai francesi di Iliad che richiedono l'installazione da parte del cliente o da France Telecom che richiede una spesa addizionale al cliente) e le negoziazioni con le scettiche catene televisive, con le quali "
sono stati spesi mesi per convincerle che il servizio di video on demand avrebbe generato profitti dai loro magazzini di spettacoli e film. Con la Rai, per esempio, Fastweb ha avviato una joint venture, Rai Click , che ha dato l'accesso agli archivi, fornendo alla Rai un mezzo per rivendere vecchi contenuti ad un nuovo pubblico". I problemi non sono però mancati, l'azienda ha dovuto pagare milioni di euro per trasmettere i canali Rai e Mediaset e non ha trovato l'accordo con Sky Italia per la ritrasmissione di alcuni canali. Ostacoli simili sono all'ordine del giorno per tutti i fornitori IPTV : "
Iliad ha lottato per includere i canali televisivi più importanti nella sua offerta: TF1 ha richiesto il pagamento di diritti anche se è visibile a chiunque via etere".
La conclusione riportata in evidenza porta di nuovo Fastweb come un esempio da seguire per come sono stati affrontati i problemi iniziali, "
una lezione per le fameliche compagnie telefoniche americane".