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Nati con la Rete


Di tommaso tessarolo:

Si sta aprendo una porta, che dà verso un mondo nuovo, diverso. Un mondo dove scopriremo delle verità che sono da sempre nascoste agli occhi di chi ha studiato l’uomo nella sua evoluzione sociale. Tendiamo spesso a dare una valenza negativa al progresso, ad attribuirgli tutte le colpe per i mali che attanagliano la nostra vita. Viviamo in un mondo che inquina, che distrugge le sue risorse, che fa estinguere le specie, che continua a farsi la guerra sterminando popoli in nome ogni volta di un dio differente. Un mondo spaccato a metà tra ricchi e poveri, tra colti ed ignorati, dove interi continenti rimangono in ginocchio ad agonizzare nel fango mentre da questa parte del mondo ci facciamo un giro su eBay per la shopping di Natale.

E’ tutto vero.

Esiste connaturata nel concetto di progresso una valenza negativa perché il progresso è dirompente, discriminante. Dovremo però più razionalmente osservare quella che è la realtà delle cose, senza farci intrappolare ogni volta in una spirale negativa che ci porta dentro scenari tipo “disaster movie” dove abbiamo i giorni contati e dove, con la tecnologia, al massimo ci siamo guadagnati il “grande fratello” che tutti osserva e tutti controlla.

La tecnologia è una forza emancipatrice. Soprattutto quando una tecnologia smette di essere percepita come tale ma diventa semplicemente abitudine. Non ci rendiamo conto troppo spesso di quanto comodo sia il nostro mondo grazie alle tecnologie che abbiamo sviluppato nei decenni o nei secoli precedenti. Questo perché oramai queste tecnologie hanno pervaso completamente il nostro essere Uomo, al punto che qualche antropologo si è cominciato a chiedere se non si sia andata a formare un’altra specie, successiva all‘Homo Sapiens Sapiens, della quale tutti noi Uomini Tecnologici faremmo parte. La tecnologia, in passato, ci ha liberato da tante costrizioni accelerando quella che evidentemente è l’evoluzione naturale della nostra specie. E la tecnologia, con la quale costruiremo i prossimi decenni del nostro percorso, è più affascinante che mai. Ci sono evidentemente tanti filoni di sviluppo, ma quello che a noi interessa di più è la rete.

La rete, nel nostro mondo, sta cominciando ad essere percepita sempre meno come tecnologia e sempre più come servizio. Oggi comunicare usando Internet è diventata una abitudine per una fetta molto importante di persone. Ma ancora più importante è che oggi cominciamo ad avere una prima generazione di “net nativi“, di giovani nati con la rete. Di esseri umani che hanno sviluppato i primi fondamentali anni della loro vita all’interno di un universo interconnesso. Stiamo cominciando ad avere le prime avvisaglie di questa nuova specie geneticamente modificata ed in continua evoluzione. Presto, verremo letteralmente travolti. E’ inutile ipotizzare o cercare di immaginare: essere nati con la rete è un qualcosa che modifica l’essere umano nei suoi “geni”, solo chi è nato così può capire. Per tutti “gli altri”, noi compresi, è possibile solo osservare, con attenzione e rispetto, ammirati da tanta bellezza, nata anche dalle nostre fatiche, spaventati da ciò che sappiamo che presto sarà fuori dal nostro controllo.

Oggi parliamo di tecnologie per “sanitizzare” i video postati su YouTube, senza guardare veramente gli attori di tutti quei video. Leggiamo i numeri di MySpace, che continuiamo a trovare orrendo, senza avere mai sfiorato quel mondo di ammiccamenti, gioie e dolori che si genera quotidianamente dentro quelle pagine. Sprechiamo fiumi d’inchiostro su Second Life senza averci mai fato quattro passi dentro, magari solo per andare a provare l’ultimo paio di Addidas. Parliamo, discutiamo, dibattiamo. Ma alla fine stiamo provando solo a raccontare storie di altri. Stiamo scrivendo romanzi con dei finali inventati, dove i personaggi sono solo il frutto della nostra fantasia.



Non capiremo mai fino in fondo i “net nativi” ma almeno dobbiamo provarci. Dobbiamo uscire dalla tecnologia e provare solo per un attimo ad esercitare quell’arte chiamata empatia. Senza dare giudizi, senza volersi credere “esperti”. Rimaniamo semplicemente curiosi per un attimo e guardiamo questo mondo nuovo. Cerchiamo di vedere quanto, al di là dei razionali numerici, la rivoluzione del networking sia veramente sociale. Oggi si parla sempre più spesso di “contenuti generati dagli utenti” e di “sharing”. Di quanto “alla gente” piaccia improvvisamente pensare, produrre e condividere proprie manifestazioni. Qualsiasi esse siano. Ma chi sono questi “utenti”, e perché lo fanno? E chi è interessato a tutto questo, e perché? Nascosti tra le pieghe della rivoluzione ci sono molti falsi positivi, molte persone che ci stanno banalmente provando e si sono infilate nell’onda. Professionisti mascherati, star riciclate o geni del marketing che credendosi più furbi di tutti (ed in parte lo sono) fanno credere quello che in realtà non è. Ma al di là di questo, esiste una realtà di una potenza straordinaria, la vera base di questa rivoluzione alla quale si stanno attaccando gli “specialisti del mainstream“. Sono proprio i “net nativi” che hanno acquisito ed elaborato questa nuova abitudine sociale della comunicazione allargata, istantanea e globale. Produrre una manifestazione video per noi è tecnologicamente possibile, per loro è semplicemente naturale. Passare le ore, tra la scuola e la nanna, costantemente attaccati, è giornata tipo: se non sei in rete, non sei solo fuori dal giro, ma non esisti. La televisione per loro, per “gli altri”, è già morta e sepolta. Ed è in ottima compagnia assieme a libri, CD, DVD, riviste e giornali. L’unica che sopravvive è la radio, molecola compatibile anche per questa nuova reazione, tutto il resto è fuori. Sta cambiando questo mondo, eccome se sta cambiando. Con una velocità talmente accelerata che ormai spezza le generazioni, facendo sembrare i padri come i nonni dei loro figli già dopo pochi anni di vita. E sta cambiando in un modo meraviglioso, permeato da un enorme spirito comunicativo.

Anche la “nostra” cara Net TV è parte integrante di questa rivoluzione. Quello che possiamo osservare oggi è solo il primo vagito di un profondo cambiamento. Un primo passo che soffre di tutte le incertezze e di tutte le contraffazioni che si stanno “appiccicando”. Come si stia svegliando, e quindi cercando di adattare, il mondo mainstream è sicuramente un fenomeno molto interessante da osservare e capire. Ma è ancor più affascinante aprire una finestra fin dentro il cuore del cambiamento. Oggi i “net nativi” non solo producono gran parte della loro televisione, ma hanno preso anche a remixarla (per usare un termine anni ‘80). Sta nascendo una nuova generazione di “Pod VJ“, maestri blogger capaci di generare Podcast Video, e quindi “trasmissioni TV”, miscelando sul loro blog i contributi per loro più interessanti. Nuovi guru mediatici in grado di parlare agli abitanti di questo nuovo mondo semplicemente “postando”. E’ l’intrattenimento che estende la sua forma originaria ben oltre le soglie dell’interattività. E’ una nuova specie che ragiona, comunica e si intrattiene in modalità che a noi è dato solo osservare.

Ed i “net nativi” tra meno di 20 anni assurgeranno a cosiddetti “spenders”, ovvero soggetti in grado di sborsare denaro proprio per soddisfare delle necessità o, più di frequente, dei desideri. Tra 20 anni avremo altre 2 generazioni di “net nativi”. Qualcuno, qualche tempo fa, mi ha chiesto giustamente di dare dei tempi alle mie “previsioni”. Eccoli qui, questi sono gli attori, questi sono i tempi.

fonte: http://tommaso.tessarolo.it
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