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#1
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In(s)contro con il ministro GentiloniPierfrancesco Majorino. Questo è il nome del dirigente dei diesse di Milano che tre giorni fa ci aveva proposto, per evitare tumulti, di presentare una serie di domande scritte per il ministro Gentiloni. Ieri sera, prima dell’inizio dell’incontro con Gentiloni, il dirigente diesse ci ha fatto sapere che “non è possibile fare queste domande in quanto la serata ha come tema il partito democratico”. Quest’uomo tutto d’un pezzo è il capogruppo dei diesse a palazzo Marino.
Ho guardato meglio il titolo dell’incontro sul programma della festa ed era questo: “Idee per il partito democratico: l’Informazione”. Dunque eravamo in tema. Abbiamo atteso il ministro Gentiloni e gli ho rivolto a voce un paio di domande sulla questione Europa 7. Il ministro ha cortesemente risposto con una prevedibile difesa d’ufficio del suo decreto, ritenendo infondati i dubbi di Francesco Di Stefano (vendita di rete 4 a un finanziere amico e probabile prestanome, digitalizzazione preventiva del canale) e sostenendo senza imbarazzi che la scelta di difendere la legge Gasparri davanti alla corte europea è stata una scelta tecnica dell’avvocatura dello Stato, fatto in vero assai improbabile. Ha ammesso tuttavia le responsabilità dei passati governi di centrosinistra nel caso Europa 7. L’intervista avrebbe potuto svilupparsi ulteriormente, ma un solerte addetto alla sicurezza della festa dell’Unità si è messo in mezzo con fare manesco, portando via il ministro, minacciando alcuni di noi, dando gomitate a un nostro amico. Ne è seguita una breve e animata discussione, dopodiché quell’addetto alla sicurezza è stato allontanato dal luogo del convegno. “Per sempre”, ci ha assicurato un signore dalla barba bianca che si è presentato come il responsabile della sicurezza della festa. Durante il dibattito, fatto insolito e apprezzabile di questi tempi, è stato concesso uno spazio per le domande del pubblico. E abbiamo tra l’altro posto la questione dell’indipendenza della Rai dai partiti. Senza scomporsi (e senza convincerci) Gentiloni ha dichiarato che quello è l’obiettivo finale di un suo apposito disegno di legge di riforma del servizio pubblico, attualmente all’esame del parlamento. Durante e dopo l’incontro c’è stato un fuori programma con il buon David Parenzo, il giovin presentatore di Telelombardia. Ci è venuto incontro non interpellato, sembrava sovraeccitato, ci faceva il verso, canzonava, si dimenava, non la smetteva più di dire che siamo invasivi e autoreferenziali, che siamo i nuovi fascisti, che rappresentiamo un format di successo, che ci crediamo di essere l’unica forma di informazione libera. Insomma, a modo suo il tipetto ce le ha cantate. Lo staff dei diesse milanesi, compreso il leader carismatico Franco Mirabelli, rideva di gusto, visibilmente soddisfatto di tanto ardire. Alla fine del convegno, in sostituzione del guardiano manesco, il bravo presentatore s’è pure premurato di difendere il ministro dalle nostre domande, eroicamente denunciando la nostra insolenza. Seguirà video. http://www.pieroricca.org/2007/09/0...era-2/#comments |
#2
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Avete le stesse possibilità di assere ascoltati dal PD di quante ne aveva la contadina siciliana si essere ascoltata dalla DC nel dopoguerra.
Comunque, se non vi ascolta il Walter, vi ascolta la Rosi, su su, non abbacchiatevi |
#3
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e che le chiediamo alla rosi? piuttosto cosa ci dirà il baffo?
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