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![]() I geografi contro le mappe satellitariI geografi contro le mappe satellitari
Con le nuove tecnologie si crea una generazione di viaggiatori che non si perde mai, ma che in realtà non sa mai davvero dove si trova LONDRA Navigatori satellitari, telefoni cellulari, mappe online: i viaggiatori di oggi hanno a disposizione un vero e proprio arsenale di strumenti che permette loro di raggiungere qualsiasi angolo del mondo senza mai perdersi. Ma secondo la Royal Geographical Society britannica, i nuovi sistemi - scarne reti di strade che fanno volentieri a meno di indicare chiese, siti archeologici, castelli e parchi - priverebbero le persone di qualsiasi conoscenza del patrimonio storico e naturale dei luoghi che stanno attraversando. Mentre una volta leggendo una mappa si poteva già intuire l’essenza di un’area, ovvero cosa la rende speciale, la sua storia, le sue principali attività e così via, oggi tutti questi dettagli - dai cimiteri vichinghi ai mercati, fino ai picchi e alle valli con folcloristici nomi - vengono dimenticati ed omessi nello spazio grigio tra le strade. Il risultato, affermano gli eminenti geografi britannici, è una nuova generazione di viaggiatori che non si perde mai, ma che in realtà non sa mai davvero dove si trova. «Di recente sono andata a Worcester. La mappa stradale era perfetta, ma la cattedrale non era segnata. È lo stesso per gli automobilisti che seguono la mappa di Google attraverso il Wiltshire: sanno di dover prendere l’uscita per la A303 in direzione di Andover, ma non sanno che stanno passando accanto a Stonehenge», ha detto al Times Mary Spence, la geografa che ieri sera, durante la conferenza annuale della Royal Geographical Society, ha esposto il problema ai suoi colleghi. Il problema, ha spiegato la Spence, è nato una decina di anni fa con l’avvento dei primi sistemi di navigazione satellitare: per condensare gli itinerari su uno schermo di piccole dimensioni, le mappe sono state private di tutti i dettagli non essenziali. A mettere in forma digitale tutte queste informazioni, ha detto la Spence «non sono stati i cartografi ma gli informatici» e così, «se viaggi da A a B ti perdi tutto quello che non si trova direttamente sulla tua strada». Secondo la Spence il pericolo è che la conoscenza di un territorio venga persa per sempre. «Questo tipo di cartografia sta demolendo migliaia di anni di storia in un solo colpo cancellando una serie di cose dalle mappe che usiamo tutti i giorni», ha detto. Fonte
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