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Copyright su internet, quel comma che ha fatto infuriare la blogosfera


Copyright su internet, quel comma che ha fatto infuriare la blogosfera

Consente la pubblicazione di un'opera intera. Musiche o immagini "a bassa risoluzione o degradate". Ma solo su siti senza scopo di lucro

Folena spiega: "E' un equivoco. E' il primo spazio online libero dalle pastoie del vecchio diritto d'autore". E qualcuno ci ripensa - di ALESSANDRO LONGO

È STATA modificata la legge sul diritto d'autore, a fine dicembre, con l'aggiunta di un comma ad hoc per internet: lo scopo è migliorare la divulgazione della cultura online. Un piccolo passo avanti per adattare la vetusta legge sul diritto d'autore alla realtà del web.

Si sa che il primo comma, già esistente, dell'articolo 70 della legge sul diritto d'autore permette solo di citare parti di un'opera coperta da copyright, allo scopo di commento. È un articolo molto stringente, che si adatta alla realtà della carta stampata; ma, come ha spiegato Pietro Folena, presidente della Commissione Cultura alla Camera (che ha elaborato la modifica), è obsoleto ai tempi di internet, alla luce cioè delle esigenze di fare divulgazione e cultura da parte di enciclopedie libere come Wikipedia e dei blog. Il nuovo comma aggiunge quindi una possibilità: la pubblicazione dell'intera opera, purché si tratti di musiche o immagini "a bassa risoluzione o degradate" e lo scopo sia "per uso didattico o scientifico", comunque senza lucro.

Da qui sono scoppiate polemiche, capeggiate dall'ormai onnipresente Beppe Grillo, tramite il proprio blog e si sono moltiplicate sui forum e blog; critici anche alcuni esperti di diritto in internet, come Manlio Cammarata. Tutti contro la clausola che impone una pubblicazione in qualità degradata: secondo loro, questo significa limitare le possibilità di pubblicazione online. Insomma, proprio l'opposto rispetto ai fini del nuovo comma, come si è affrettato a spiegare Folena, in una nota in cui lo commenta.

Secondo Folena c'è stato quindi un equivoco, perché per immagini e musica di qualità degradata si intende semplicemente "una qualità non paragonabile a quella di un cd, ma comunque ascoltabile. O un'immagine con dimensioni non utili alla riproduzione a stampa (quindi praticamente tutte le immagini del web)", spiega Folena.

"Abbiamo voluto questo comma- aggiunge- per creare un primo spazio libero online dalle pastoie del vecchio diritto d'autore. L'abbiamo fatto tenendo conto delle migliaia di professori che hanno ricevuto multe e ingiunzioni, dalla Siae, per avere pubblicato opere a scopo didattico sui propri siti. Grazie a questo nuovo comma, potranno farlo senza rischiare più niente". Secondo il nuovo comma, spetterà poi a un decreto (futuro) del Ministro per i beni e le attività culturali stabilire in particolare secondo quali criteri si definisce degradata un'opera.

Le polemiche, dopo questo chiarimento, di fatto si stanno già sgonfiando. Daniele Minotti, avvocato tra i massimi esperti di diritto e nuove tecnologie, riconosce sul proprio blog che Folena ha ragione, e che "un passo avanti, ancorché nel compromesso, c'è. Penso sia fuori discussione e scusate la presunzione", scrive.

Il lavoro da fare, sul fronte della divulgazione della cultura in internet, è tuttavia ancora molto. Su internet impazzano da mesi le polemiche contro il decreto Urbani (voluto dal precedente governo e ancora in vigore), che tra le altre cose impedisce ai siti di pubblicare immagini di opere presenti in musei italiani. Wikipedia è stata quindi costretta a rimuoverle dal proprio sito. A riguardo, contro questo stato di cose, c'è stata a ottobre un'interrogazione parlamentare del socialista Franco Grillini, al ministro dei Beni Culturali. "Nel 2008 modificheremo anche questa stortura: stiamo per avviare l'iter", annuncia Folena a Repubblica.it.

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