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Roma, 24 gen. (Adnkronos/Ign) - Per la mancanza di un sistema normativo che delinei una apposita fattispecie non appare possibile punire penalmente il cosiddetto sistema 'peer to peer', che consente lo scambio di file audio e video su Internet. E' in base a questa considerazione fatta dal pubblico ministero Paolo Giorgio Ferri che il giudice delle indagini preliminari Carla Santese ha archiviato un procedimento riguardante la violazione dei diritti d'autore come previsto dall'art. 14 della legge 248/2000.

Secondo il pm, che ha trovato d'accordo il gip, lo scambio avviene direttamente tra due utenti finali; senza l'intermediazione di un server centrale il quale svolge semplicemente una funzione di collegamento del tutto generica e inizialmente solo di autenticazione degli utenti nel momento in cui costoro accedono al sistema.

L'indagine era stata avviata in seguito alla denuncia di una società che aveva appunto sostenuto la violazione del diritto d'autore. Ma il magistrato nel provvedimento osserva che lo scambio tra utenti della rete può avvenire sì per coppie, ma anche per originali lecitamente acquisiti, onde dovrebbe essere dimostrata l'illegittima acquisizione dell'originale medesimo con mezzi investigativi sovente esperibili solo in territorio estero ove la giurisprudenza non sempre si è espressa contro coloro che scaricano e consentono lo scarico di filmati o altri prodotti protetti dal diritto d'autore.

Nel provvedimento infine su legge che al di sopra dei problemi di prova "non sempre o almeno non è pacifico che le condotte che si vogliono censurare penalmente abbiano tale rilevanza. E' possibile comunque che sussista un problema di natura civilistica per i diritti d'autore ma questa non è materia della norma penale perché non sempre è ravvisabile in quel lucro una situazione penalmente perseguibile".