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chiamali fessi
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Come a solito la concorrenza e il liberismo sbandierata dal padrone di mediaset fanno comodo quando riguardano gli altri....
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Mediaset sul Digitale non vuole concorrenza!Mediaset sul digitale non vuole concorrenti
Ha detto no alle telecom che chiedono di poter fare decoder misti IpTv e digitale terrestre per far crescere il mercato STEFANO CARLI Non tutto quello che può far crescere il bacino di utenti del digitale terrestre va bene a Mediaset. Gli incentivi pubblici ai decoder, per esempio, andavano benissimo (peccato solo che siano stati bocciati dell’Ue) anche perché non rafforzano concorrenti pericolosi (La7 continua a tenere un basso profilo, la Rai un suo profilo continua a non averlo ancora). Ma se a promuovere la diffusione di quegli stessi decoder sono delle telecom, che rischiano di diventare dei concorrenti, allora la missione di diffondere una nuova tecnologia in cui l’Italia si troverebbe così avanti rispetto agli altri (ammesso che sia vero) non è più tra le priorità del gruppo del biscione. Lo hanno scoperto più o meno tutti quelli che sono andati a bussare a Cologno Monzese per avere il codice di accesso condizionato usato da Mediaset per far vedere in payperview le partite di calcio. La risposta è stata un tondo «no». Telecom Italia, Wind, Fastweb, Tiscali: i quattro maggiori fornitori italiani di accessi a banda larga sono in questo momento impegnati nella preparazione del lancio della IpTv. Tutti stanno lavorando ad un modello di settopbox che gestisca il segnale tv che viene dal doppino telefonico in Adsl, convertendolo poi in un segnale analogico che sia visibile sugli attuali televisori. Insomma, sarebbe una terza «scatola» da aggiungere sotto il televisore, accanto al settopbox del satellite e del digitale terrestre. Le telecom, e anche parecchi produttori, hanno così pensato che in fondo basta aggiungere un paio di chip e il settopbox per l’IpTv può svolgere benissimo anche un secondo compito. E hanno pensato al digitale terrestre. Perché comunque il segnale della tv analogica andrà prima o poi a sparire e quindi i 3 milioni e mezzo di decoder del Dtt, il digitale terrestre, sono destinati ad aumentare, mentre quelli del satellite più di tanto non possono crescere; perché il Dtt offre un bel numero di canali in chiaro, quelli tradizionali Rai, Mediaset e Telecom Italia, più altri nuovi e l’alleanza chiarisce bene che l’IpTv non serve a vedersi Rai1 o Canale5 in diretta. Tutte ragioni che sembrava perfette per una iniziativa di «comarketing»: le stime di crescita del mercato IpTv sono molto alte e avere un settopbox comune con il Dtt porterebbe vantaggi ad entrambi. E tutti si stanno muovendo verso questi nuovi settopbox «ibridi»: Fastweb ne ha appena ordinati 200 mila alla Adb. Nessun problema con Irdeto, che produce il sistema di accesso condizionato utilizzato da La7 e su cui, sembra, si sarebbe orientata anche la Rai. Ma quando un’analoga richiesta è arrivata sul tavolo dei dirigenti di Nagra, in Svizzera, si sono sentiti rispondere che per le specifiche hardware non c’era problema, ma che per il codice dovevano rivolgersi direttamente a Mediaset perché così prescrive testualmente il ricco contratto con cui il network della famiglia Berlusconi ha acquisito il diritto d’uso del sistema di crittazione del segnale. E da Mediaset la risposta è stata, appunto, «no». fonte: www.repubblica.it |
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