ROMA (19 agosto) - Il costo dell'acqua, in poco meno di 20 anni, ha subìto l'aumento di prezzo più consistente tra tutti i servizi di pubblica utilità, dai trasporti alla luce, dalle poste alla telefonia, dal gas al canone Rai. Nella mappa degli aumenti dei prezzi (in pochi casi dei ribassi) dal 1990 a oggi, contenuta nella relazione annuale, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sottolinea in particolare il comportamento virtuoso delle telecomunicazioni, soprattutto dal 1999 a oggi.
Il servizio che ha messo a segno l'aumento tariffario più forte è proprio quello dell'erogazione dell'acqua potabile, che tra il 1990 e il 1998 (periodo in cui il tasso d'inflazione ha registrato un aumento medio annuo del 4,1%) ha realizzato un rincaro medio ogni anno dell'8,6%, mentre negli otto anni successivi (inflazione media al 2,3%) è rincarata ancora del 4,1% l'anno. Pesante anche l'andamento dei trasporti in generale, quelli urbani in particolare: il costo del biglietto per prendere autobus, tram e metropolitane nei primi otto anni presi in esame dall'indagine è aumentato dell'8,7%, per poi continuare a salire del 3,2% nei successivi otto, a un ritmo quindi ampiamente superiore a quello dei prezzi al consumo. Appena meno accelerato l'andamento delle tariffe ferroviarie, che tra il 1990 e il 1998 hanno subito un rincaro annuo del 4,1% e, tra il 1999 e il 2006, dell'1,4%.
Più contenuto, invece, è stato l'incremento delle voci legate all'energia: l'elettricità, tra il 1990 e il 1998, è addirittura diminuita dello 0,2%, mentre nei successivi otto anni è aumentata del 2,6%. Segno "più" in entrambi i periodi, invece, per il gas: +2,2% e +3,7%. A due velocità i servizi relativi alle comunicazioni, con l'aumento di quelli postali (rispettivamente +3,4% nel primo periodo e +1,7% nel secondo) e la parziale flessione della telefonia: tra il '90 e il '98, infatti, si è registrato un aumento dell'1,5%, mentre con l'avvio della liberalizzazione si è assistito a un ribasso dei prezzi del 2%. Senza soluzione di continuità, ma in linea con il tasso d'inflazione, infine, l'aumento del canone Rai, che nel primo periodo è stato del 3,7% e nel secondo dell'1,8%.
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