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NBA tonight: ok Spurs, Mavs, Rockets e Raptors. Wade e Nowitzki da MVP
14.02.2007. 12:32
Toronto Raptors – Chicago Bulls 112-111
I Raptors continuano nella loro imprevedibile corsa verso i piani alti della Eastern Conference, regolano anche Chicago e consolidano la loro leadership divisionale (New Jersey le ha prese di santa ragione dagli Spurs). Toronto è probabilmente la maggiore sorpresa dell’anno visto che i Lakers ultimamente appaiono un po’ in difficoltà e Utah era comunque attesa ad una buona annata, sebbene non ai livelli di eccellenza toccati. Decisivo, neanche a dirlo, il solito Chris Bosh (25 punti e 14 rimbalzi) che segna i due liberi finali dopo aver subito fallo a rimbalzo dal rookie di Chicago Thomas. Inutile l’assalto finale dei Bulls, che rientrano da -12, nonché l’ultimo tentativo di Gordon (26p, 7r, 6a), sebbene ai suoi danni ci sia un sospetto di fallo non fischiato da parte di T.J. Ford (7). I Bulls con questa sconfitta vedono ridotto ad appena 1/2 partita il loro vantaggio sui Raps per l’eventuale vantaggio del campo nei play-off e, al di là di qualche contingente defaillance difensiva, appaiono davvero troppo anemici sotto le plance dove si sente da matti la mancanza di un Gasol (un nome a caso…). Le buone notizie arrivano dal reparto esterni con il già citato Gordon, Deng (30) e Hinrich (18 punti e 13 assist) ormai stabili su livelli di eccellenza e ben supportati da Duhon (14). Toronto invece, a parte l’inarrestabile Bosh, continua a vincere di squadra ottenendo cose eccellenti e, in fondo, almeno parzialmente inattese da (16), Garbajosa (14), Parker (12) e dal nostro Bargnani (22 punti, di cui 17 in uno splendido primo tempo, con 7/12 complessivo su azione).
San Antonio Spurs – New Jersey Nets 107-82
Partita finita già nel secondo quarto finito 33-16. A NJ, oltre i soliti noti, manca anche Kidd, peraltro sostituito in maniera degna dal rookie Marcus Williams (9 punti ma anche 10 assist). Per gli Spurs è una passeggiata in cui nessuno gioca più dei 30 minuti di Duncan (21p e 8r). Ok Parker (19) e dalla panchina il duo Finley-Ginobili (rispettivamente 15 e 14 punti). Dall’altra parte 18 di Carter. Per NJ, con Toronto in piena febbre cestistica e la messe di infortuni e piccoli fastidi che stanno minando la salute della squadra, l’obiettivo play-off è sempre più una chimera: i Nets, come dicono negli States, paiono decisamente in “rebuilding-mode”. Per San Antonio una boccata d’ossigeno dopo le recenti sconfitte ma non era questa la partita che avrebbe dovute rispondere alle domande sorte finora sulle reali possibilità di titolo della squadra.
Portland Trail Blazers – Miami Heat 84-105
Portland regge fino all’inizio dell’ultimo periodo grazie ai 17 punti di Randolph, ai 16 di Jack, ai 15 di Roy e ai 14 di Ime Udoka ma poi crolla sotto i colpi di una Wade formato MVP (peccato che i suoi Heat siano così indietro in classifica perché forse è il giocatore che, complessivamente, ha impressionato di più in questa prima metà di stagione) che vince la gara praticamente da solo: per lui ci sono 35 punti, di cui 16 nel quarto quarto e i 3 canestri in fila che spezzano la gara mandando Miami avanti in doppia cifra (era a +3 alla fine del terzo periodo). Gli Heat, coma da pronostico, toccano per la prima volta da inizio novembre il 50% di vittorie sebbene Shaq (6 punti in 24 minuti) stia ancora studiando da supereroe.
Dallas Mavericks – Milwaukee Bucks 99-93
38 punti, 11 rimbalzi e 8 assist. Sono queste le cifre di Dirk Nowitzki alla fine di Mavs-Bucks e spiegano buona parte della partita. Il tedescone, proprio come il Wade di cui sopra, continua a legittimare la sua candidatura a MVP a suon di prestazioni roboanti. Stavolta però, per Dallas non è stata affatto facile con una Milwaukee ispiratissima (tutti i cinque del quintetto più il sesto uomo Boykins sono andati in doppia cifra) e guidata da Patterson (20) e Bogut (16p e 17r) ad un vantaggio di 16 punti nel terzo periodo (erano ancora 11 entrando nel quarto finale). Ma lì i Bucks si fermano (nessun canestro su azione negli ultimi 7 minuti di gioco). Per Dallas, che ha buone cose anche da Howard (15) e Stackhouse (13), il vantaggio della gara arriva a poco meno di un minuto dalla fine ed è quello che consente ai texani di mantenere ancora in singola cifra, unica squadra nella lega, il computo delle sconfitte sin qui subite.
NO/Oklahoma City Hornets – Memphis Grizzlies 104-108
Byron Scott non può certo essere contento dopo aver visto i propri uomini perdere contro la seconda peggior squadra della lega. Immaturità, mancanza di combattività, trascuratezza: l’ex coach dei New Jersey Nets due volte finalisti NBA le cerca tutte per spiegare questa sconfitta. Quel che è certo è che i redivivi Hornets di questi ultimi tempi non hanno chance di play-off giocando così. Credito va però dato anche ai combattivi Grizzlies che cavalcano le ottime prestazioni di Miller (22), Gay (18), Atkins (19) e Warrick (15, decisivo nel quarto periodo) e compensano anche la giornata no di uno svagato Gasol (15 rimbalzi ma anche 5 perse e appena 11 punti con 3 su 10 dal campo). Dall’altra parte bene Chandler (17 punti e 23 – ventitre – rimbalzi. Qualcuno nella Windy City si sta mordendo le mani), Mason (23) e West (22). Serataccia per Paul che, nonostante i 10 assist, chiude con 5 punti e 0 su 7 al tiro.
Sacramento Kings – Houston Rockets 104-109
Houston risponde alla vittoria degli Spurs e si mantiene a contatto. Ma quanta fatica per avere la meglio al supplementare sui Kings guidati da un eccezionale Ron Artest (39 punti e 8 rimbalzi).e dal solito affidabile (21). A tenere in corsa i Rockets dopo tre quarti di patemi ci pensa McGrady, che ne mette 12 dei suoi 28 nel quarto periodo compensando alla grande una serata non felicissima al tiro (11-26 finale per lui). Nel overtime Houston semplicemente sfrutta l’abbrivio e le buone iniziative di Battier (25), Head (15) e Alston (18). I Rockets continuano a fare benissimo senza Yao che in qualche modo ne condizionava il dinamismo difensivo: in questo senso sarà interessante vedere cosa succederà al suo ritorno. Le speranze di titolo di McGrady e soci passano categoricamente dalle manone fatate del cinese, ma Houston saprà mantenere lo stesso livello di efficacia nella propria metà campo?
New York Knicks – Los Angeles Lakers 107-106
Chiudiamo con una delle classiche per eccellenza del basket d’oltreoceano. Ad avere la meglio stavolta sono i sorprendenti Knicks che conquistano la loro 23ma vittoria e si portano ancora più vicini all’ultimo posto per i play-off. Chi l’avrebbe mai detto? Determinanti i 4 punti finali di Curry (19 con 9/12 al tiro) che danno a NY prima il 105-104 a cui risponde Bryant (31) e poi il finale 107-106 a cui Odom (12p e 10r), nell’ultima azione, non riesce a controbattere. Per i Knicks bene Crawford (24), Richardson (19) e, dal pino, Lee e Frye (rispettivamente 14 e 12 punti). Per LA sorprendente Maurice Evans (16) dalla panchina ma continua a farsi sentire la mancanza di Brown (anche in questo caso: chi l’avrebbe mai detto?).
Carlo Borri
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da basketnet.it
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