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NBA tonight: Phoenix continua la sua corsa. Wizards davanti a tutti all'Est
20.01.2007. 11:14
Portland Trail Blazers – Phoenix Suns 101-106
I Suns continuano imperterriti nella loro Marcia. Pochi problemi contro i Blazers nonostante le ottime prestazioni del solito Randolph (36 + 15) e di Brandon Roy, che ne infila 22 e si conferma il rivale più pericoloso del nostro Bargnani nella corsa al titolo di Rookie of the Year. Tra gli uomini di D’Antoni 3 vanno oltre quota 20: Stoudemire ne infila 23 (8 su 14 al tiro), Diaw 21 (9/13) e Barbosa 20. per Nash la consueta doppia doppia (13 punti e 15 assist). Phoenix ha una rotazione ristretta a soli 7 elementi (i 4 minuti di Jumaine Jones non fanno testo) e, pur considerando che manca Kurt Thomas, in ottica play off la cosa desta qualche preoccupazione. Intanto in Arizona si godono 41 serate di spettacolo puro e ai problemi c’è sempre tempo per pensarci.
Utah Jazz – Torono Raptors 102-94
A proposito di Bargnani: il romano continua a familiarizzare con la doppia cifra (stavolta 12) ma nulla può contro i Jazz avvelenati dalle 4 L in fila di qualche giorno fa. La squadra di Sloan vince la seconda gara consecutiva e mostra una solidità che va oltre la qualità dei singoli (stavolta l’immaginifico Williams infila solo 5 dei suoi 16 tentativi, e di Kirilenko non si può dire che giochi male, più semplicemente continua ad essere un comprimario). Chi non tradisce mai è Boozer che segna 23 punti con 11/16 su azione e arpiona 19 rimbalzi. Assieme a lui eccelle Memo Okur che va a nozze contro centri tipo Nesterovic e infatti stavolta tocca quota 27. Per i Raptors 29 e 11 rimbalzi di Bosh, 16 di Calderon dalla panchina.
Detroit Pistons – Minnesota Timberwolves 104-98
Sempre a proposito di candidati al titolo di ROY (quest’anno va di moda chiamarlo così, facile gioco di parole con il nome del primo favorito – a nostro avviso lo è ancora adesso, nonostante le buone prove e la crescente reputazione di Bargnani –, appunto Brandon Roy di Portland): Randy Foye ne mette 16 nell’infruttuosa sfida con i Pistons dell’ex Flip Saunders conclusasi solo dopo 2 supplementari. Probabilmente decisiva l’espulsione di Garnett (assieme a McDyess) a circa 5 minuti dalla fine dei tempi regolamentari. I Wolves resistono pur senza il loro leader (14 punti e 19 rimbalzi per lui) e rischiano anche di portare a casa un’altra vittoria all’over time quando James (16 con 4/15 al tiro) infila la bomba del 99-96 a pochi secondi dalla sirena: ma non avevano fatto i conti con Billups (25). Se fosse servita una ulteriore dimostrazione che, per questi Pistons, il play è insostituibile, ecco la bomba che pareggia i conti e manda le squadre al secondo supplementare dove a salire in cattedra stavolta è Rasheed Wallace (18 + 9). Per Detroit fondamentali anche i 26 di Hamilton; tra i Lupi ancora bene Blount (22).
Cleveland Cavaliers – Denver Nuggets 99-110
A Denver Carmelo è ancora fuori ma con Camby a quota 26 punti e 17 rimbalzi e A.I. che ne infila 25 con 9 assist (e pazienza le 6 palle perse), si può anche pensare di fermare i leader della “Leastern Conference”. I Cavs hanno un LeBron da tripla doppia (30, 10, 10) ma appaiono ancora lontani dal poter ambire a competere per il titolo.
Washington Wizards – Orlando Magic 114-93
Della sconfitta di Cleveland approfittano Arenas (30, 7 rimbalzi, 6 assist) e soci. Washington sconfigge Orlando in uno scontro per la leadership della Southeast Division, aggancia proprio i Cavs in classifica generale e si conferma una delle squadre più calde della costa est. Per i “capitolini” splendido Jamison (31 e 16 rimbalzi) e, al solito, positivo Butler (21). Dall’altra parte non bastano i 44 della coppia Hill-Howard, che tra l’altro segnano 18 dei loro 23 tiri: il resto della squadra fa 18 su 54 e 5 su 17 dall’arco.
New Jersey Nets – New York Knicks 101-100
A proposito di leader divisionali: coi tempi che corrono il record di 19 vinte e 20 perse di Kidd (23p, 7r, 9a), Jefferson (21) e compagni non solo vale loro la testa della vituperatissima Atlantic Division, ma non fa così schifo neanche in ottica titolo di Conference. In fondo Wizards e Cavaliers distano solo 4 gare e con metà stagione ancora da giocare… A parte le disquisizioni da fantabasket, per i Nets sembrano comunque passati i momenti più difficili della stagione: sono alla terza vittoria di fila, ottava sulle ultime dieci gare giocate, e anche senza Krstic e con un Vince Carter da 7 su 23 al tiro, portano a casa una W che in altri tempi avrebbero beatamente regalato alla squadra avversaria. A dire il vero ci hanno provato anche stavolta quando, sopra di 12 a poco più di 3 minuti dalla fine, hanno permesso ai Knicks, trascinati da Marbury (23), di rientrare e portarsi avanti a pochi istanti dalla fine. Per fortuna ci ha pensato Cliff Robinson con un decisivo tap in finale su errore di Carter. Per New York inutile il consueto sforzo dell’ottimo Richardson di quest’anno (24), Frye (16 + 7) e di Lee (9 + 9).
New Orleans/Oklahoma City Hornets – San Antonio Spurs 86-99
Facile per San Antonio contro gli Hornets pur rinforzati dai rientri di Jackson (14) e West (19 + 11). Per i tre volte campioni del mondo a guidare le danze ci pensano Parker (23) e Ginobili (19). Per Duncan 12 punti e 16 rimbalzi.
Milwaukee Bucks – Seattle Sonics 72-99
Gli Hornets dell’Est, si sa, oggi sono I Bucks privi di Redd, Williams, Villanueva… Certo, 33% dal campo contro la difesa dei Sonics grida vendetta anche se sei costretto a concedere minuti sul parquet persino al nonno di Michael Redd. Seattle passeggia e tiene tutti tranne Collison (13 e 16 rimbalzi) e Wilkins (16) sotto i trenta minuti di utilizzo, persino Ray Allen il quale, peraltro, oltre quota 20 punti ci arriva anche a occhi chiusi (stavolta 21 in 28 minuti).
Charlotte Bobcats – Atlanta Hawks 96-75
Altra partita senza storia. Atlanta fa pena e dimostra una volta di più che il lavoro da fare è enorme e la sorprendente partenza di stagione era del tutto casuale. I Bobcats spadroneggiano: Okafor ne mette 22 con 13 rimbalzi, Gerald Wallace 18 con 15 rimbalzi, Morrison 19. Dall’altra parte 19 di Johnson.
Sacramento Kings – Boston Celtics 96-91
In tema di compagini tristissime cosa dire di Kings e Celtics? Negli corsi giorni si è fatto un gran parlare della vulnerabilità interna di Sacto in relazione ai vecchi fasti dell’era Webber, quando la Arco Arena era un catino indiavolato e virtualmente inviolabile. Ma quanti patimenti per chi è cresciuto nel mito del parquet incrociato di Boston, calcato da gente tipo Bird, Havlicek, McHale, Cowens, Russell, Cousy, Sharman, Heinsohn, White, Jones, Parish… Con questa sconfitta il record casalingo di Boston crolla ad appena 4 vinte in 18 gare e con Paul Pierce fuori per infortunio sono davvero pochi i motivi per cui pagare il biglietto. Uno di questi motivi è Al Jefferson, il liceale che ha cominciato ad infilare doppie doppie a ruota e rappresenta una delle poche speranze della squadra (stavolta 23 punti e 11 rimbalzi). Per Sacramento eccezionale Martin con 27 punti (14 nel decisivo quarto periodo durante il quale i Kings tirano col 73% complessivo e battono i C’s 34-24), ben supportato da Artest (19p e 11r) e Miller (18).
Miami Heat – Philadelphia 76ers 95-98
Chiudiamo con la vittoria dei Sixers contro gli affaticati Heat reduci dalla vittoria della sera precedente contro Indiana. Miami vince la sfida sotto le plance 55-36 ma concretizza poco tirando sotto il 40% contro il 48% di Miller (16p e 9a) e compagni. A pochi secondi dalla fine, Heat sotto di 2, Wade (28 punti, 11 rimbalzi e 9 assist, ma anche 5 perse e 10 su 26 dal campo) va in lunetta con tre liberi a disposizione: ne infila solo 2 e si va al supplementare dove Phila vince proprio grazie alla precisione dalla linea della carità. Per Miami (19 punti e 12 rimbalzi di Walker) un’altra sconfitta in attesa del ritorno di Shaq; per i Sixers (oltre a Miller anche Iguodala e Green a quota 16) una vittoria che dà un po’ di fiducia ma non è utile in vista della corsa a Greg Oden.
Carlo Borri
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da basketnet.it
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