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UE, un mercato unico per i servizi online


UE, un mercato unico per i servizi online

di: Tullio Matteo Fanti

La consultazione pubblica lanciata nella giornata di ieri da Viviane Reding, commissario europeo per la Società dell'Informazione e i Media, aveva uno scopo ben preciso: presentare entro metà 2008 una serie di proposte concrete mirate a creare un mercato unico europeo dei contenuti online quali musica, giochi e film. Pur trattandosi di un settore in continuo sviluppo, esistono ancora alcune aree in cui è necessario intervenire affinchè la fruizione dei contenuti risulti ottimale.

«Il settore dei contenuti europeo è in sofferenza per la sua regolazione frammentata, per mancanza di regole chiare, amiche dei consumatori per l'accesso ai contenuti online protetti dal diritto d'autore e per i seri disaccordi tra gli azionisti su questioni fondamentali come le imposte e le copie a uso privato», ha fatto sapere attraverso un comunicato la Reding. «Dobbiamo fare una scelta se vogliamo un'industria forte, e dare certezza giuridica ai produttori, una giusta remunerazione ai creatori e un ampio accesso alla ricchezza dei contenuti online ai consumatori».

Sono quattro le aree identificate su cui la Commissione dovrà lavorare:

* La riluttanza di alcuni proprietari di contenuti creativi a renderli disponibili per la distribuzione online, per ragioni dovute al timore di download illegali e alla "pirateria" online;
* la mancanza di licenze di copyright multiterritoriali che permettano l'uso dei contenuti in diversi (o in tutti) paesi membri della Ue;
* l'interoperabilità dei cosiddetti sistemi di Gestione digitale dei diritti (DRMs), le tecnologie che consentono di gestire i diritti sui contenuti e di garantire la giusta remunerazione ai loro creatori;
* la pirateria dei contenuti.

In accordo con uno studio condotto dell'esecutivo Ue stesso, un mercato forte dei contenuti creativi, unito al massimo rispetto dei diritti dei consumatori, potrebbe non solo offrire una vasta gamma di prodotti online e una adeguata protezione della privacy, ma anche rafforzare in maniera significativa la competitività dell'industria europea e arrivare a quadruplicare i profitti relativi alle vendite al dettaglio, che nel 2010 potrebbero passare dagli 1,8 miliardi di euro del 2005 a 8,3 miliardi.

La pirateria rimane pur sempre una piaga difficile da sanare, motivo per cui l'esecutivo Ue intende tracciare dei codici di condotta, in grado di «garantire non solo una vasta offerta di contenuti online interessanti, ma anche una adeguata protezione dei lavori posti sotto copyright e una stretta cooperazione alla lotta contro la pirateria e il file-sharing non autorizzato».

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